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Quando la preoccupazione per la propria immagine diventa un’ossessione

By Gennaio 29, 2024 No Comments
Dipinto espressionista di Francis Bacon. Uomo seduto su sedia, volto distorto. Ossessione per l'immagine, ansia.

Il disturbo di dismorfismo corporeo o dismorfofobia

A causa del contesto sociale contemporaneo che quotidianamente ci riempie di modelli estetici spesso irrealistici e irraggiungibili, sono in aumento le persone che soffrono del disturbo dì dismorfismo corporeo o dismorfofobia.

Di fronte ad una esagerata attenzione a dettagli trascurabili del proprio aspetto ed al ripetuto ricorso a trattamenti estetici o interventi chirurgici più o meno invasivi, la probabilità che sia presente un disturbo di dismorfismo corporeo è molto elevata.

Il disturbo di dismorfismo corporeo è caratterizzato da incessanti preoccupazioni inerenti il proprio aspetto fisico, focalizzato su vere o presunte anomalie, di entità trascurabile o tale da rendere sproporzionate le lamentele. Le preoccupazioni possono riguardare praticamente ogni aspetto del corpo: difetti lievi o immaginari del volto, i capelli

più o meno folti, la sudorazione, la forma o le dimensioni del naso, delle orecchie, delle sopracciglia, delle labbra, del seno, dei glutei, dei genitali ecc, tutte caratteristiche attraverso le quali i pazienti sentono di essere terribilmente brutti. Le preoccupazioni sono intrusive, indesiderate, consumano tempo (verificandosi in media, per 3-8 ore al giorno) ed è di solito difficile resistervi o controllarle, chi soffre del disturbo da dismorfismo corporeo dedica la maggior parte del proprio tempo a pensare al supposto “difetto”, prova sentimenti di vergogna ed è convinto che tutti prestino attenzione proprio a tale difetto, pensando di essere derisi o compatiti, tendono a occultare o nasconderlo con stratagemmi, riducono o evitano le situazioni dove potrebbero essere osservati e così compromettono la vita affettiva, sociale e lavorativa. Solitamente cercano attivamente soluzioni mediche o interventi chirurgici per “correggere” i supposti difetti. Va però sottolineato che il dismorfismo corporeo è un disturbo e si manifesta indipendentemente dal trattamento estetico nella maggior parte dei casi, infatti

di solito il paziente con dismorfismo quando “risolve” un difetto (o presunto tale) tende ad individuarne subito uno nuovo e così via. Sebbene sia fondamentale il controllo psicologico prima del trattamento molti pazienti rifiutano la consulenza. In questi casi è rischioso operare su di essi perché le loro aspettative per la chirurgia sono spesso irrealistiche e spesso restano insoddisfatti per i risultati e quindi allo stesso tempo tendono ad intensificare i loro lamenti e portare rancore anche verso il medico, ritenuto responsabile della loro insofìddisfaznone. Questo perché il reale difetto dei soggetti è emotivo e psicologico nel senso che gli individui con il disturbo da dismorfismo corporeo raramente sono pienamente soddisfatti per i risultati chirurgici. La chirurgia estetica può quindi avere un esito contrario perché può scatenare aggressioni sfrenate in risposta al trattamento e molto spesso anche il dottore diventa la vittima della rabbia del paziente.

Nei disturbi dismorfofobici il corpo diventa il mezzo privilegiato per inviare messaggi di dolore psichico: il linguaggio corporeo esprime emozioni represse, celate. L’apparente inadeguatezza estetica rivela cioè una problematica psichica, che riguarda caratteristiche che poco o nulla hanno a che vedere con l’aspetto. Educati fin da piccoli a ottenere l’approvazione degli altri, a soddisfare aspettative che provengono dall’esterno, possiamo sentirci costretti a soddisfare certi standard di comportamento, e così finiamo per allontanarci

dalla nostra identità originaria abbracciandone una di massa, fittizia. Il perfezionismo implicito in simili percorsi, che induce la persona a pretendere da sé stessa il raggiungimento di standard impossibili da perseguire, trascina in un pozzo di autosvalutazione ogni volta che la meta non viene raggiunta.